Percorsi a piedi che durano “ una vita”. Non una semplice passeggiata, ma anni e anni trascorsi a camminare. Un collage di percorsi a piedi durato undici anni. Per il canadese Jean Béliveau, camminare da attività ordinaria è divenuta impresa straordinaria.  
Jean Béliveau, nell’estate del 2000 ha infatti lasciato Montreal per farsi una “camminata”. 
Aveva quarantacinque anni.  
Vi è ritornato da cinquantaseienne  dopo undici anni, dopo avere percorso a piedi settantacinquemila chilometri attraverso sessantaquattro nazioni. 
L’impresa di Béliveau ha dello stra-ordinario, e su questo non ci piove.  Ma il camminare di per sé non può considerarsi un’attività da catalogare tra quelle “eccezionali”.
 Muoversi facendo ricorso a percorsi a piedi è infatti una delle azioni più “ordinarie” dell’essere umano. 
Eppure… a partire dalla rivoluzione industriale, nell’Occidente economicamente evoluto, l’atto del camminare, da esperienza ordinaria e abituale,  è divenuto una scelta spesso ritenuta… in controtendenza. 
Eppure…camminare resta uno dei sistemi più efficaci per conoscere se stessi e armonizzare mente, corpo e la realtà circostante.  
Eppure…a Béliveau i suoi percorsi a piedi lunghi settantacinquemila chilometri sono riusciti alla perfezione. 
Se visitate il suo sito wwwalk.org, non avrete alcun dubbio sul fatto che Béliveau sia ben sopravvissuto ai suoi undici anni di cammino. 
Un’avventura che Jean ha mirabilmente descritto nella sua recente pubblicazione, a due anni dal suo ritorno in Canada. Il libro è edito per ora solo in lingua francese, e si intitola -come potrebbe essere altrimenti?-  “L’homme qui marche”, l’uomo che cammina. 


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